Itinerario sui passi di San Romualdo

24/lug/2017
Andrea Pellegrini

Un chilometro prima dell’antico monastero camaldolese la strada proveniente da Serra Sant'Abbondio compie una curva a destra per iniziare la salita finale; il sentiero parte dallo stradello che in quel punto svolta a destra giungendo rapidamente sulle rive del torrente: è in realtà il fiume Cesano, siamo vicini alle sue sorgenti. Il corso d’acqua coincide con il confine regionale oltrepassato il quale siamo in Umbria. Il cartellone con la scritta Parco del Monte Cucco ce lo conferma. Siamo infatti nella porzione del massiccio catriense non marchigiano e gli umbri hanno pensato bene di tutelarlo inserendolo nel perimetro del Parco Regionale.

Lo stradello prosegue per un po’ sulle rive ma il nostro sentiero sale subito a sinistra e con qualche tornante ed un passaggio nel bosco ad alto fusto, sfonda su un bel prato crocevia di questo ed altri sentieri. A destra si sale lungo le creste di Costa Calecchie, a sinistra sul Monte Prati di Nocria (ed è da lì che torneremo), dritti davanti a noi la via giusta di questo itinerario: la valle di Nocria.

Preso atto della strada giusta si può girare ed ammirare quella che è probabilmente la più bella vista panoramica sul monastero di Fonte Avellana. Ci saranno altri punti panoramici, anche sulla Balza dell’Aquila e la Costa Grande, ma anche sul Monte Strega e il Monte Cucco.

Inizia la discesa, che solo nella prima parte è un po’ impegnativa, con il fondo del sentiero approfondito dallo scorrimento superficiale delle acque piovane. Poi nel cuore di questa verde valle ricca di cornioli le pendenze diminuiscono e si cammina molto comodamente fino a giungere sulla strada asfaltata proveniente, a destra, da Isola Fossara. C’è un’edicola sacra in alto a sinistra: questo luogo si chiama Maestà Canfibio. A sinistra dobbiamo andare per raggiungere la Badia di Sitria, camminando sul bordo della carreggiata. La chiesa dell’antichissimo cenobio si staglia oltre il torrente Artino e ci possiamo avvicinare con una strada di breccia che sulla destra custodisce, poco sotto il guard-rail, una sorgente di acqua buonissima: è la sorgente di San Romualdo. Il Santo ha trascorso un lungo periodo della propria vita in questo eremo rimasto isolato dalla civiltà fino al secondo dopoguerra.

I restauri degli anni ’80 e ’90 ci permettono oggi di vederlo in uno splendore ritrovato, anche se manca quasi metà della struttura originaria. La visita a questo luogo sacro è d’obbligo e bisogna ricordarsi che, tuttavia, non sempre si troverà aperto ed è meglio informarsi prima chiedendo ai monaci di Fonte Avellana; meglio, comunque, non attardarsi troppo, c’è tutta la strada del ritorno da fare, ed è un po’ più lunga e faticosa di quella dell’andata. Ritornati sull’asfalto, sul lato opposto si inoltra in una piccola valle la traccia inizialmente piuttosto esile di un sentiero. Si sale senza particolari difficoltà e l’ultima sguardo su Sitria lo possiamo dare in uno spazio aperto parzialmente roccioso e cosparso di fiori e santoreggia: tra fine maggio e giugno c’è persino il lino delle fate. Da lì a poco la salita aumenta, il bosco si dirada e arriviamo sui primi prati di Nocria, nelle vicinanze della strada asfaltata che porta a Sitria.

Il prato spiana e prendiamo fiato, poi sfruttiamo la traccia del passaggio delle mucche e dei cavalli che si vedono davanti a noi sulla sinistra. Stiamo alti e puntiamo al bosco sovrastante per completare la diagonale che ci porta al punto più alto del nostro percorso. Il bosco è compatto e l’uscita sulla sella tra Poggio Nucrina e Monte Prati di Nocria è molto suggestivo. Poco più avanti, sulla sinistra, c’è anche la possibilità di affacciarsi sulla Valle di Nocria dove abbiamo camminato in precedenza e rendersi conto di come qui, almeno qui, trionfi la natura.

Torniamo sul sentiero seguendo i pochi segnavia presenti e i cartelli in ferro del confine del Parco del Cucco. Il prato davanti a noi dev’essere risalito completamente in modo da poter iniziare, sul versante opposto, l’ultima discesa. Anche questa inizia nei prati e Fonte Avellana ricompare con tutto il suo fascino. Si rientra nel bosco, il dislivello si sente e solo in prossimità della sella ci sono un po’ di tornanti che attenuano lo sforzo muscolare. La sella è la stessa del crocevia dal quale eravamo passati circa 3 ore prima. Da questo punto, per tornare al punto di partenza, possiamo semplicemente ripercorrere nel senso opposto la fase iniziale di questa escursione: discesa fino al guado sul Cesano e salita al Monastero.

Itinerario da Fonte Avellana a Sitria

Luogo di partenza: Monastero di Fonte Avellana, raggiungibile da Serra Sant’Abbondio.
Dislivello in salita: 638 m
Dislivello in discesa: 638 m
Ore di cammino: 2 ore in salita, 2 orae in discesa
Altimetrie: Fonte Avellana, 680 mslm, 1° km 547, 2° km 680, Valle di Nocria 520, Maestà Confibio 495, Sitria 528, 6° km 623, 7° km 782, M.Prati di Nocria 867, 9° km 680, 10° km 547, Fonte Avellana 680.
Punti d’acqua: Fonte Avellana, Badia di Sitria
Bivacchi: nessuno
Rifugi: nessuno
Lunghezza: 5 km in salita, 6 km in discesa.
Difficoltà: E