Bustrenga, antico dolce di Natale

20/dic/2017
Eleonora Guerra

Ogni regione d’Italia ha un dolce tipico, da portare in tavola durante le feste natalizie, e dall’origine antichissima.

Molto tempo prima dell’avvento del Cristianesimo le popolazioni italiche praticavano forme di religione legate prevalentemente al ciclo delle stagioni e al culto del sole ed erano quindi ossessionate dall’eventualità che si verificasse una notte eterna, che il sole potesse morire e mai più risorgere. Così, osservando il lento ma inesorabile accorciarsi dei giorni, i nostri antenati aspettavano con ansia il solstizio d’inverno, per festeggiare la “rinascita” del Sole. Le tenebre sarebbero state sconfitte e la vita avrebbe ripreso il suo corso. La festa del Sol Invictus romana, che riassume tutte queste ataviche credenze, fu in seguito assimilata e sostituita dalla festa per la nascita di Gesù, il 25 dicembre, considerato quindi il nuovo sole nascente.

I riti legati a queste antiche solennità prevedevano l’accensione di luci simboliche, che avrebbero rischiarato il periodo più buio dell’anno. Anche i cibi avevano un loro preciso significato, e spesso rappresentavano doni votivi alle divinità; in particolare i dolci erano sempre impastati con ingredienti come il miele, la frutta secca o di stagione e tutto ciò che poteva offrire la terra. Con il passare del tempo si è persa la valenza sacrale di certi riti, eppure è interessante scoprire come siano tuttora radicati nelle tradizioni e nel folklore di tutt’Italia: le lucine illuminano ancora le nostre case a Natale e i dolci, anche se con qualche modifica, trovano ancora posto sulle nostre tavole imbandite per le feste.

Nelle Marche c’è un dolce che ha tantissime varianti nel nome e pochissime nella sostanza e solo nell’Alta Val Cesano è conosciuto come: BUSTRENGA, BUSTRENGO, BUSTRENGONE, BRUSTEGNA, BRUSTREGNA. Giovanni Crocioni nella seconda metà del secolo scorso scriveva nel suo libro “La gente marchigiana nelle sue tradizioni” che questo dolce viene chiamato in maniera diversa a seconda del luogo e degli ingredienti utilizzati: nel Pesarese PRUSTENGO O BOSTRENGO; nel Maceratese CRUSTINGO, PROSTINGO o FRUSTINGU; a Recanati CASTRENGA; nella Vallesina e nell’Anconetano FRUSTENGA; ad Ancona città PISTINGO; a Fermo PISTRINGULO, ad Ascoli Piceno PISTRINCU o FRESTINGO; a Cupra Marittima PESTRINGHE. Delio Bischi in “La civiltà contadina nelle tre valli: Metauro, Foglia, Conca” scrive che “Per parlare correttamente di questo dolce, occorrerebbe a disposizione un libro intero”. Mentre Nicla Mazzara Morresi precisa nella sua”La cucina marchigiana” che questo dolce “si faceva in passato durante le feste natalizie, ma a poco a poco la tradizione di preparare questo dolce è andata scomparendo, tanto che sono rimasti in pochi a ricordare il nome e in pochissimi il sapore”.

dolce tipico, da portare in tavola durante le feste natalizie

Per questo vorremmo riproporvi la ricetta, che ci ha gentilmente proposto la signora Luisa Barbadoro e preparata dalla nostra Tania Berti, affinché anche voi possiate cimentarvi nella realizzazione di questo antichissimo dolce, dal sapore particolare.

Prima di lasciarvi alla ricetta vera e propria vorrei farvi conoscere una vecchia “stroffella” cantilenante che “i vecchi” conoscevano:

“ mamma è gitt’a fa’ la legna per coce la bustregna,
babb’ è gitt’ a caccia per mazzare la beccaccia,
la beccaccia è gitta via, ‘n’acidente a lu’ e lia „

 

RICETTA DELLA BUSTRENGA

INGREDIENTI

  • 100 grammi di farina di grano
  • 100 gr di farina di granoturco nostrano (Ottofile, Quarantino)
  • 200 gr di zucchero
  • 500 gr di mele sbucciate e tagliate a fettine
  • 200 gr di patate lessate e “sfarrate” (schiacciate con una forchetta)
  • 100 gr di noci tagliate a pezzetti
  • 1 coppia di uva di casa (due grappoli uniti insieme con una cordicella e messi ad essiccare legati ad una trave), si può sostituire con 100 g di uva secca gigante ammollata nel vino e tagliata a metà
  • 10 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • la scorza grattugiata di 1 limone
  • 1 cucchiaio di cannella e 1 pizzico di sale
  • acqua bollente q.b.

 

PREPARAZIONE

Si amalgamano gli ingredienti con l’acqua bollente e l’impasto, della consistenza di una crema, si versa in una teglia larga una trentina di cm, unta di strutto e cosparsa di pangrattato.
Si cuoce a calore moderato nel forno preriscaldato.

Quando il dolce avrà assunto un bel colore bruno, si toglie dal forno mentre il profumo, simile a quello dello strudel dei paesi nordici, si diffonde nell’aria.
Si serve freddo.

In passato questo dolce aveva come dolcificante il miele e veniva cotto in una teglia di rame, posta su di un treppiede sull’“ajola” (focolare) con la brace sotto e la “ruscia” (brace minuta frammista a cenere calda) sopra il coperchio.

 

Buon appetito e...
BUON NATALE da tutto il Team di Valcesano.com!!!