L’insurrezione di Montesecco e il prodigio del crocefisso

30/mag/2017
Eleonora Guerra

Nell’anno del Signore 1808 Napoleone Bonaparte, per punire Papa Pio VII che si era rifiutato di applicare il Blocco Continentale, decise di invadere lo Stato Pontificio, di far arrestare il pontefice e di trasferirlo in Francia, a Grenoble, dove rimase per cinque anni. In men che non si dica le Marche passarono così sotto il dominio di Napoleone, il quale ordinò, anche nelle nostre zone, l’arruolamento forzato dei giovani dai 21 ai 25 anni.

Il 29 agosto di quell’anno a Pergola si procedette all'estrazione a sorte per la leva obbligatoria e molti furono di Montesecco, ma alcuni preferirono scappare e rifugiarsi nei paesi limitrofi, mentre altri si radunarono il giorno successivo, presso la porta del Castello, decisi a ribellarsi e a dare battaglia, sebbene il parroco don Ubaldo Mucciarelli avesse tentato di dissuaderli in ogni modo a non mettersi contro l’esercito napoleonico.

Dopo aver preso possesso del campanile, i rivoltosi, si misero a suonare le campane a martello, come segnale di allarme e pericolo, e nel giro di una settimana si radunarono, dai villaggi vicini, più di 700 uomini.

Campanile di MonteseccoLa situazione era a dir poco esplosiva, la tensione si toccava con mano e il governo francese decise di radunare truppe a piedi e a cavallo da spedire a Montesecco; il comandante a capo della spedizione stabilì il quartier generale a San Lorenzo in Campo e inviò una parte delle truppe a Pergola per tentare una manovra di accerchiamento. Giunti nei pressi del Castello e accortisi del gran numero degli insorti, però, i francesi tentarono un’ultima trattativa, intimando loro di deporre le armi, ma l’ordine rimase inascoltato, tanto che dovettero ricorrere all’invasione armata. A quel punto gli abitanti del Castello furono costretti a fuggire mentre i rivoltosi si sbandarono e si dispersero.

I francesi si diedero alla devastazione più completa, al saccheggio e ad atti sacrileghi che sfociarono nell’incendio della casa e della chiesa parrocchiale, di cui, spente ormai le fiamme, non rimasero che il tetto e i muri esterni.

Esterno della Chiesa di MonteseccoQuando gli abitanti, e lo stesso parroco, tornarono ad aggirarsi fra le macerie ancora fumanti, a contemplare la distruzione e lo scempio perpetrato dagli invasori, erano pieni di sgomento e la disperazione più totale riempiva i loro cuori, fino a quando non si accorsero che il Crocefisso di cartapesta, appeso a una vecchia croce bucherellata dai tarli, era ancora intatto, seppur ricoperto di cenere!

Crocifisso miracolosoCos’era se non un miracolo?
Da quel momento la devozione a quel Crocefisso a dir poco miracoloso crebbe a dismisura e ogni anno, il 14 settembre, festa dell’Esaltazione della S. Croce, si celebra l’avvenimento con una messa solenne e altre iniziative a carattere religioso e civile.

Interno della Chiesa di MonteseccoScrisse don Ubaldo Mucciarelli nel suo diario di allora “Ognuno pensi come crede in proposito, io per me nel contemplare tutte queste circostanze, che ho vedute con li miei occhi, il successo, in tutti li suoi rapporti, non posso a meno che attribuire a prodigio dell’Onnipotenza, la conservazione di questo Monumento”.

 

Montesecco oggi...
Se in passato Montesecco è stato teatro di vicende spesso tumultuose, anche per le continue lotte con la vicina Pergola, che voleva annetterlo ai suoi domini, ora è considerato luogo prediletto per le vacanze all’insegna del relax. Numerose case vacanze compongono il suo borgo e le immediate vicinanze, per non parlare dei cascinali ristrutturati, spesso trasformati in agriturismi dalla cucina eccellente. In estate il borgo si popola di turisti o di cittadini che tornano al paese natio, tanto che in tempi recenti, su proposta della signora Anna Rapanotti e accolta con entusiasmo dal Comitato dei cittadini di Montesecco, s’istituì la Notte Verde, una suggestiva festa che si svolge a metà agosto e che porta tantissima gente nel cosiddetto “balcone di Pergola” (Montesecco è a 450 metri s. l. m.).

Montesecco è meta e tappa di passaggio per gli amanti della mountain bike, per gli innumerevoli percorsi che offre, immersi nella natura, in un paesaggio prevalentemente agricolo, fra dolci colline e campi a perdita d’occhio. Vi si arriva partendo da Pergola, da San Lorenzo in Campo, San Vito sul Cesano, e dal territorio dell’arceviese.

Insomma Montesecco merita una visita, anche solo per arrivare fin lassù e avere la valle del Cesano ai propri piedi.