Itinerario Trekking - "Sentiero dei Carbonai"

ITINERARIO "SENTIERO DEI CARBONAI"

Fonte Avellana - Infilatoio

 

IL PERCORSO

Ottenuto ripristinando una vecchia mulattiera, il sentiero “dei Carbonai” (o n. 77), il cui nome deriva dalle numerose vecchie carbonaie presenti, inizia nei pressi dell’Eremo di Fonte Avellana e raggiunge l’Infilatoio aggirando la suggestiva Rocca Baiarda. Si può affrontare solo a piedi escludendo tassativamente la bicicletta e il cavallo.

L’itinerario proposto è abbastanza impegnativo, dato il dislivello, il fondo per la maggior parte pietroso e la durata, di circa 2.30-3 ore per la sola andata. Esige un discreto impegno fisico, che viene comunque ripagato dalla bellezza degli ambienti che si attraversano.

E’ percorribile sia in primavera che in estate, essendo un sentiero interamente ombreggiato. Il periodo consigliato è però l’autunno, per la stupefacente ricchezza cromatica del fogliame, mentre in inverno il fondo, a causa della neve o del ghiaccio o anche della sola umidità, può essere scivoloso e causare spiacevoli inconvenienti. Chi inoltre esige una continua panoramica sulla montagna dovrà rivolgersi altrove, in quanto si cammina quasi sempre in mezzo al bosco; soltanto alla fine il monte Catria sormontato dalla croce offre all’escursionista il suo profilo maestoso.

Si parte da Fonte Avellana. In fondo al parcheggio (0,00-680), adiacente al punto di ristoro, una brevissima salita conduce alla strada provinciale; si prende a dx e, a poche decine di metri, a sn, è posta un’edicola in legno (716) con la mappatura del tracciato che indica l’inizio del percorso e il segnale con relativi tempi di percorrenza, che però dovremo considerare minimi e solo per grandi camminatori.

Il sentiero si inerpica subito in salita; si attraversa il letto del fosso e si prosegue sempre in salita lungo una serie di tornanti, in mezzo a un fitto bosco avviato a fustaia di faggi, aceri e carpini, denominato “La Valle”, mentre i rintocchi delle campane del monastero spezzano il silenzio della montagna. Sulla sinistra, colpiscono l’attenzione degli enormi massi, testimoni di antiche frane.

Da non trascurare l’aspetto ascensionistico, che in questa prima parte, e almeno per i 3/5 dell’intero percorso, è notevole. Per quanto riguarda la vegetazione di sottobosco, sono presenti felci e pungitopo.

Si lascia un altro masso a destra, su cui cresce rigogliosa l’edera; dopo circa 30 metri a sinistra sono evidenti le tracce della prima carbonaia (833).

Si continua a salire; rari massi pianeggianti possono essere utilizzati come panchine per riposarsi ed affrontare il resto del percorso che sale a zig zag nel bosco; pochi e brevissimi i tratti pianeggianti che permettono di riprendere fiato; tracce di altri sentieri e carbonaie sono spesso presenti. Un’altra carbonaia attorniata da muri di contenimento di pietre a secco è stavolta più evidente (932).

Lungo l’intera traccia si incontrano i resti di circa 40 carbonaie, il che sta a testimoniare una intensa attività legata alle risorse boschive che sicuramente in un passato non molto remoto ha raggiunto il proprio apice. La popolazione locale trovava infatti nel carbone una preziosa fonte di sussistenza. Attualmente, quel che rimane di tutta l’attività produttiva delle carbonaie sono appunto queste piazzole che modellano e caratterizzano tutta la zona del Catria e in particolare questo sentiero. La maggior parte si trovano nella parte più alta del percorso, perché, evidentemente, più facili e comode da raggiungere dalle strade carrabili. Salendo si notano ancora dei massi di notevoli dimensioni prima di percorrere un breve tratto pianeggiante. Il bosco nel frattempo si è fatto più folto e caratterizzato da numerose ceppaie non più ceduate, in una sorta di evoluzione naturale isolata; oltre alle specie dominanti prima citate si incontrano anche alcuni esemplari di frassino e tiglio. Si prosegue a sinistra seguendo il classico segnale bianco-rosso posto su un albero. Il sentiero si porta quindi alla base di una parete rocciosa: siamo sotto Rocca Baiarda, una delle spettacolari balze che caratterizzano il Catria. Qui il tracciato devia a sinistra (970) su di un tratto in salita e caratterizzato da una scarpata (984) sul lato sinistro. Sempre salendo si svolta a dx (1025) girando intorno a Rocca Baiarda, che purtroppo non si vede chiaramente a causa della folta vegetazione. Il fondo è prevalentemente pietroso, anche se alternato da fitti prati di erba. Si può giustamente affermare che la pietra, insieme alle carbonaie, sia la costante di questo sentiero.

Si incontrano altre carbonaie, mentre si sale inesorabilmente fino ad incrociare il sentiero numero 69, (1151) che a destra scende al valico della Forchetta; si svolta a sinistra lungo il breve tratto che accomuna il 69 e il 77, quindi a destra (1160) come indica il cartello. Lo stesso cartello segnala che manca poco più di un’ora per giungere all’Infilatoio.

Se si segue invece a sinistra il 69 si raggiunge in poco tempo il Pluviometro, da cui si gode un bellissimo panorama di tutta la Provincia. Salendo si nota un’altra carbonaia (1203); si attraversa una piazzola con dei massi al centro, utilizzati per coprire uno snodo della conduttura dell’acqua che parte dalla fonte della Vernosa, e attorniata da grossi faggi (1231). Si continua a sn attraversando una carbonaia e poi un’altra (1342). I fiori, presenti soprattutto nella parte alta del sentiero, sono diversi e alcuni, se trovati al giusto momento di fioritura, bellissimi, che ripagano da soli la fatica dell’ascesa. Si giunge ad un incrocio (1359); si continua a destra seguendo il debole segnale rosso su un albero ignorando l’evidente freccia che consiglia di andare a sinistra. Dopo un breve tratto, si incontrano di nuovo i segnali convenzionali indicanti il sentiero 77 (1361), attraversando anche qualche piccola radura con diverse specie di fiori, naturalmente diverse a seconda delle stagioni.

Il sentiero ora è in prevalenza pianeggiante, la salita più comoda e meno aspra. Si incontrano altre carbonaie, mentre si continua a camminare sempre in mezzo ai faggi, anche se si comincia ad intravedere la montagna. Si attraversa (1400) un primo impluvio; si sale fino ad incontrarne e superarne un secondo (1405). La vegetazione comincia a cambiare, il sottobosco diventa sempre più fitto, foglie più grosse; indici, questi, che ci stiamo avvicinando al limite del bosco. Si attraversa un altro impluvio lungo la traccia comoda e pianeggiante. Finalmente si esce dal bosco (1410), quindi si percorre l’ultimo brevissimo tratto di salita in mezzo a un prato per giungere infine sulla strada provinciale del Catria (1420) e godere dello stupendo panorama. Da qui una comoda discesa porta al bivio per Chiaserna (1362) e lo spazio ormai aperto ci consente di “navigare” a vista fino a raggiungere i tralicci del vecchio impianto eolico,adiacenti alla chiesetta San Pier Damiano, e i prati dell’Infilatoio (1369).

Se si è fortunati c’è la possibilità di veder volteggiare nei cieli il più nobile abitatore di questo monte: l’aquila reale. E’ invece più facile avvistare i falchi, che sul Catria nidificano numerosi. La vista – anche se fugace – di questi maestosi rapaci sarebbe sufficiente a non farci dimenticare questi posti.

Ritorno: stesso percorso.

La difficoltà del ritorno consiste soprattutto nel fatto che la discesa si presenta piuttosto sdrucciolevole a causa del fondo pietroso, che si rende ancor più pericoloso in caso di umidità dovuta alle piogge o, peggio, neve e ghiaccio.