San Lorenzo in Campo

Turismo

San Lorenzo in Campo offre al turista una scelta variegata tra storia, cultura, arte, enogastronomia e natura.
Da visitare le numerose chiese, tra cui l’Abbazia Benedettina, fra i più bei monumenti romanico-gotici esistenti nelle Marche, i musei e l’affascinante centro storico.
Caratteristica del luogo la sorgente di acqua sulfurea, denominata "acqua purgativa", al parco di Via del Molino.
Il Comune ha come frazioni le località di San Vito sul Cesano e Montalfoglio, le cui origini si pensa risalgano attorno al 400 d.C., quando, distrutta la città di Suasa dai Goti di Alarico (409 d.C.), i cittadini che scamparono alla strage si dispersero nelle alture circostanti ove crearono dei villaggi. Queste frazioni conservano intatte le loro strutture medioevali e offrono al turista pace e tranquillità.
L'Abbazia Benedettina fu elevata a basilica nel 1943 da S.S. Pio XII ed è uno dei principali monumenti romanico-gotici delle Marche. Fu costruita prima dell'anno Mille dai monaci, venuti da Sant'Apollinare in Classe, sui resti del tempio di Adone con materiale della città di Suasa. I benedettini trovarono qui una comunità cristiana in cui diffusero il culto di S. Lorenzo, portato dai romani (siamo ai primi secoli dell'era cristiana) in seguito ai rapporti economici con Suasa. Per questo l'Abbazia è stata dedicata a S. Lorenzo martire in Roma, "in silvis" per la presenza di boschi sacri, e poi "in campo" forse in seguito all'"ora et labora" dei benedettini che avevano come attività principale il lavoro dei campi.

E' una maestosa costruzione romanico-gotica a tre navate. Ha delle arcate a tutto sesto in muratura, sorrette da colonne di granito grigio provenienti dall'Egitto, portate dai romani per i templi pagani. La copertura è a capriate scoperte, la parte centrale, costituita da tre absidi, è quella più antica: risale infatti al periodo compreso tra il VII e il IX secolo.
Di notevole importanza è l'Altare Maggiore per i suoi rari e pregevoli marmi. Proprio sotto l'Altare Maggiore è presente una bellissima cripta riportata alla luce nel 1940. La cripta conserva due crocifissi del 1600 in legno (eseguiti da Fra Innocenzo da Petralia autore dei crocifissi di Loreto e di Damiano d'Assisi) e un'urna del 1700 con dentro otto ossa di San Demetrio (il resto è a Salonicco -Grecia- , dove venne ucciso nel 305).
Tra le opere pittoriche all'interno dell'Abbazia, di grande rilievo è la tela del Ramazzani di Arcevia (1535) raffigurante la "Madonna e Santi" con scene della Passione, molto belli i medaglioni del rosario attorno alla tela.
E' presente anche una Tavola dell'Agapiti, datata 1530, raffigurante San Demetrio e San Lorenzo (con la graticola in mano), che ricevono da Gesù bambino, in braccio alla Madonna, la palma del martirio. Alle spalle di San Demetrio si nota un muro spezzato a rappresentare il distacco tra la chiesa cattolica e ortodossa.
Il Teatro "Mario Tiberini", è situato nel palazzo dei "Della Rovere", ex Casa Comunale del sec. XVI, facente parte del Castello roveresco, con sovrastrutture seicentesche (è presente uno stemma del Card. Giulio della Rovere), ceduto al Comune dal Marchese Ippolito. Inizialmente si denominava Teatro "Trionfo" e sembra essere stato ricavato dalla sala da ballo dei "Della Rovere". Esiste un folto carteggio del 1813-1814 tra S. Lorenzo in Campo e le Autorità del Dipartimento Metaurense del Regno d'Italia nel periodo napoleonico, da cui risultano profondi contrasti tra chi voleva la realizzazione dell'opera e chi vi si opponeva per il timore di danneggiare la struttura del palazzo. Lo statuto della Società del Condominio dei palchi è datato 20.VIII.1816. Il teatro restaurato nell'anno 1981, prende il nome dal celebre concittadino Mario Tiberini, tenore assai apprezzato da Giuseppe Verdi.

Caratteristico di San Lorenzo è poi Palazzo della Rovere, fatto costruire attorno alla metà del XVI secolo da Giulio Feltrio Della Rovere.
Il Palazzo subì nei secoli molti cambiamenti, per questo l’aspetto originario è oramai perduto.
Oggi sono ancora visibili le tracce delle ampie finestre del loggiato della galleria verso il cortile, così come i resti di un portale e una finestra inquadrati da corniciature rinascimentali in arenaria presenti su un tratto dell’ala occidentale, su cui si collega il più recente Palazzo Ruspoli.
Nel piano nobile vi era un grande salone con soffitto ligneo a lacunari che nel 1811 sprofondò.
Il crollo fu occasione per costruire al suo posto un teatro stabile, il cui impianto snaturò, ovviamente, l’assetto architettonico originario di tutto il settore interessato.
Il palazzo fu sede amministrativa del “castello” e, similmente a ciò che avveniva nella sfarzosa corte urbinate, doveva dare ospitalità a personaggi di alto rango, a letterati, artisti e musicisti che gravitavano attorno alla famiglia dei della Rovere.
Nel Palazzo Della Rovere, non lontano dall’ Abbazia Benedettina, si trova il Museo Archeologico del Territorio Suasano, in cui si può ripercorrere la storia del popolamento antico della media valle del Cesano.
Le sei sale espositive, disposte su due piani, fanno ripercorrere la storia più antica della valle, attraverso la sua evoluzione geologica, i fossili della fauna e della flora che la popolavano nel Pleistocene, le testimonianze della frequentazione umana nell’età della pietra e dei metalli, nell’età romana, sino alle soglie del medioevo.
Il percorso didattico, organizzato su due livelli, uno per gli adulti e uno per i ragazzi, è integrato da ricostruzioni grafiche di un settore della valle che ne evidenziano il cambiamento nel corso del tempo.
Il Museo delle Terre Marchigiane è sede della Collezione Straccini. Testimonianza fedele della civiltà rurale e della cultura artistica della nostra regione, costituisce una sorta di ricerca socio-culturale dei luoghi e degli oggetti utilizzati tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. All’interno più di tremila pezzi distribuiti strutturando quattro diversi percorsi: “i luoghi della vita” con ricostruzioni di alcuni ambienti della casa rurale del mezzadro; “i luoghi d’incontro” che mostrano gli spazi dello svago e del contatto con la realtà sociale; “i vecchi mestieri” con le botteghe e i luoghi di lavoro degli artigiani; “le collezioni” con varie sezioni dedicate alla ceramica, agli oggetti in rame e in ferro.
Le macchine e le piccole utensilerie quotidianamente impiegate dalle genti marchigiane hanno suggerito l’allestimento e la ricostruzione di più ambienti, animati da immagini e suoni, per un completo coinvolgimento sensoriale. L’obiettivo di questo progetto è il mantenere in vita il ricordo di vecchi mestieri, usanze, abitudini oramai quasi scomparse. Altra finalità è fornire un luogo d’incontro, approfondimenti e studio, completamente aperto a collaborazioni progettuali e didattiche.

Il territorio di San Lorenzo in Campo è ricco di Chiese, come la Chiesa della Pieve, dedicata a San Biagio, la Chiesa del S.S. Crocifisso, la Chiesa della Pieve di San Vito sul Cesano, la Chiesa della Pieve di San Martino a Montalfoglio, la Pieve Vecchia Monumentale di San Vito sul Cesano e numerose altre chiese minori e luoghi di culto.
Di notevole rilevanza storica e architettonica sono inoltre i Palazzi di San Lorenzo in Campo. Palazzo Amatori, la “Rocca Laurentina”, le cui origini risalgono al medioevo, sede del presidiato di San Lorenzo in Campo, un organismo che estendeva la sua autorità da Jesi e dalla vallata dell’Esino fino al fiume Conca. Dopo anni di abbandono è stato restaurato ed è ora sede di una casa di cura privata per anziani. Molto interessanti anche Palazzo Brini, dove al piano terra si trova ancora la Chiesa di Sant’Anna, restaurata di recente e dedicata ai caduti di tutte le guerre, Palazzo Ruspoli, facente parte del castello di San Lorenzo in Campo e Palazzo Duranti, una delle prime abitazioni del paese per chi veniva dalla costa. Interessante inoltre la fontana pubblica denominata “Della Pieve”, posta di fronte alla chiesa della Pieve da cui ne deriva il nome.
San Lorenzo in Campo vanta una ricca e gustosa tradizione culinaria, con prodotti tipici esclusivi e rinomati, come il celebre dolce fatto con pasta all’uovo, il castagnolo, con la variante castagnolo al farro, inserito tra i prodotti tipici della Regione Marche con apposito decreto. Sono tipicità del luogo il farro, la cipolla di Suasa, il miele, liquori ed i vini, come il Verdicchio, il Bianchello o Biancame, il Sangiovese, la tipica “Vernaccia” e “Lo Schioppetto”. San Lorenzo in Campo è infine zona di produzione del Pergola D.O.C.